
I dati della Relazione CNEL 2019: Italia tra i Paesi più virtuosi in sanità ma con forti divari tra Nord e Sud
Gli italiani spendono in media per la propria salute 655 euro e l’Italia è tra gli Stati più virtuosi in sanità. Ma il nostro Paese è anche quello che evidenzia maggiori differenze tra le Regioni e che ha lacune nel campo dell’innovazione tecnologica. Sono questi alcuni dei dati che emergono dalla Relazione 2019 al Parlamento e al Governo sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle Pubbliche amministrazioni centrali e locali a imprese e cittadini presentata nei giorni scorsi dal CNEL (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro).
Secondo il rapporto, a cui hanno collaborato tra gli altri diversi Ministeri, la Banca d’Italia e l’Istat, “la sanità pubblica italiana continua a registrare livelli di performance molto lusinghieri, in particolare per quanto riguarda le dimensioni contenute della spesa sia in valore assoluto che in percentuale del PIL, che per il valore elevato della durata della vita e della speranza di vita alla nascita. Anche la mortalità evitabile tramite prevenzione ed appropriatezza delle cure mostra in Italia livelli migliori di molti altri paesi europei. Lo stesso indice di adeguamento agli standard contenuti nella Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile per quanto riguarda benessere e salute, calcolato da ASviS annualmente, mostra un andamento positivo”, si legge ancora in uno dei passaggi del report.
Il livello di digitalizzazione in sanità è però medio-basso e pone il nostro Paese tra gli Stati cosiddetti non-consolidated eGov, ovvero tra coloro che non sfruttano completamente le opportunità fornite dalle tecnologie digitali.
È inoltre sempre più evidente, salvo poche eccezioni, il divario tra le Regioni del Nord e quelle del Sud. “Vanno segnalate alcune criticità vecchie e nuove. Tra quelle di più antica data si segnala in primo luogo la debolezza delle cure territoriali per disabili e non autosufficienti e l’insufficiente offerta di strutture per la lungodegenza. In secondo luogo, permangono differenze sostanziose in termini di spesa sanitaria pro-capite, offerta di servizi sul territorio, qualità degli stessi e possibilità di accesso appropriato e tempestivo alle prestazioni, sia tra regioni ed aree geografiche, che tra gruppi sociali. Tra le criticità di più recente evidenza, vanno rimarcate quelle relative alla sostenibilità del sistema dal punto di vista delle risorse e rispetto alla prevenzione intesa in senso olistico”.