
I risultati del progetto SPItOSS su tre Regioni italiane
Implementare un modello di sorveglianza attiva per elaborare stime population based sulla mortalità perinatale e raccogliere informazioni utili a prevenire i decessi evitabili. Questo l’obiettivo generale di SPItOSS (Italian Perinatal Surveillance System), il progetto pilota di sorveglianza della mortalità perinatale coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con tre Regioni italiane (Lombardia, Toscana e Sicilia) e finanziato dal Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM) del Ministero della Salute.
Il progetto, avviato ufficialmente il 1 luglio 2017, nasce nell’ambito della più estesa sorveglianza ostetrica nazionale ITOSS (Italian Obstetric Surveillance System) e nel quadro definito dalle politiche sanitarie internazionali nell’ambito dell’attività di ricerca epidemiologica e di salute pubblica inerente alla salute della donna e del neonato.
La sorveglianza prevede la segnalazione e l’analisi approfondita dei casi di mortalità in utero tardiva (dalla 28esima settimana di gestazione) e di mortalità neonatale precoce (nati vivi che muoiono entro la prima settimana dalla nascita).
I primi risultati dell’indagine mostrano che il numero di decessi, in Italia, è ancora alto. È la Sicilia ad avere il primato, Regione dove ogni 1.000 bambini nati si registrano 4 morti; 3,5, invece, registrati in Lombardia e 2,9 in Toscana. Ancora più incidente la casistica della mortalità materna: sono 40 i decessi materni in proporzione a 1.800 decessi perinatali.
Importante, in questo contesto, è che sia stato considerato e valutato anche il tasso di evitabilità dei decessi – il quale, se risulta pari a zero in Toscana, è dell’11% in Lombardia e del ben 38% in Sicilia, dove sono state evidenziate, più frequentemente che nelle altre Regioni, criticità tanto nella qualità quanto nell’organizzazione dell’assistenza ostetrica e neonatale.
In ambito di pertinenza ostetrica, l’appropriatezza della gestione di diabete e ipertensione in gravidanza e dello screening dei difetti di accrescimento fetale, insieme alle indicazioni all’induzione del travaglio e al taglio cesareo, risultano essere tra le principali criticità da risolvere. In ambito neonatale, invece, deboli si sono dimostrate la qualità dell’assistenza rianimatoria, la sorveglianza dei neonati ricoverati in regime di rooming-in e la scarsa informazione alle madri ricoverate circa i segnali di allarme per cui chiedere assistenza per il neonato.