In Italia, solo 10 reti oncologiche Regionali attive, tra cui la Sicilia. Al via un’iniziativa per renderle una realtà efficiente ed efficace, in tutta Italia

L’avanzare della pandemia da COVID-19 ha avuto l’effetto collaterale, tra i tanti, di sviluppare la consapevolezza sociale della necessità di un cambiamento all’interno di alcune dinamiche della sanità italiana.

Nel contesto della pandemia che stiamo vivendo, si rileva l’ancora scarsa integrazione tra assistenza ospedaliera e territoriale, soprattutto in campo oncologico. Attualmente, il 32% delle strutture oncologiche non fornisce l’assistenza domiciliare oncologica, che è invece fondamentale, ancora di più in tempo di COVID-19.

È stato attivato, nel nostro Paese, un sistema di reti oncologiche, che mira a integrare istituzioni ospedaliere e realtà territoriali, condividendo informazioni cliniche e garantendo la comunicazione tra i medici e le strutture sanitarie che attuano prevenzione e assistono, per dare supporto ai pazienti oncologici e per permettere alle diverse Regioni di ottimizzare le risorse a disposizione.

In Italia, le reti oncologiche regionali attive sono soltanto 10: Sicilia, Campania, Puglia, Umbria, Liguria, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Lombardia, Valle d’Aosta e Piemonte.

In questa precaria e difficile situazione sanitaria, rendere le reti oncologiche, previste dalla legge, una realtà effettiva ed efficace sull’intero territorio nazionale diventa un presupposto irrinunciabile. A tal proposito, gli esponenti di categoria hanno organizzato un “tour” di incontri e di tavole rotonde, in tutte le Regioni italiane, tra i rappresentanti di società scientifiche, associazioni di pazienti e istituzioni.

Lo scopo di tale iniziativa è stato quello di rendere le reti oncologiche operative a pieno regime, per cui il paziente, nel momento in cui vi entra, si ritrova in un iter tracciato e preciso di percorsi assistenziali, uguali ovunque, che garantiscano appropriatezza diagnostica e terapeutica.

Considerate le criticità di tali patologie, le strutture dedicate assumerebbero la funzione di centri di riferimento, individuati all’interno della medesima Regione, in base ad appositi standard e parametri. In quest’ottica, gli stessi pazienti oncologici possono dare il proprio contributo, per individuare tutte le criticità del caso, presenti nel territorio regionale.

Reti oncologiche attive in tutte le Regioni d’Italia, insieme ai servizi di Assistenza Primaria, possono considerarsi fondamentali per affrontare e curare patologie gravi, quali le malattie oncologiche, soprattutto in questo momento sanitario delicato.