La testimonianza di Giovanni Di Mineo, fisioterapista di SAP, impegnato nel servizio di Assistenza Domiciliare a Caltanissetta

Quando entro in casa delle persone, oltre a cercare di fare bene la mia professione, metto a disposizione tutta la mia umanità”. Giovanni Di Mineo, da quasi 4 anni nella grande famiglia della Cooperativa SAP, ci racconta il suo lavoro di fisioterapista nel servizio di Assistenza Domiciliare a Caltanissetta. Un mestiere che lo porta, ogni giorno, a prendersi cura degli altri.

“Durante la mia giornata mi capita di assistere varie tipologie di pazienti”, dice, “dal ragazzo giovane che magari è reduce da un incidente ed ha bisogno di fare fisioterapia alla persona anziana. Ma può capitare anche di dover assistere pazienti con patologie gravi come la sclerosi multipla. Non c’è una tipologia precisa ma ho una regola fissa: in ogni visita domiciliare cerco di stabilire una relazione umana, un rapporto empatico con tutti”.

Così Giovanni, come spesso capita ai professionisti impegnati nell’ADI, diventa “uno di famiglia”. “È una cosa difficile da descrivere: non si tratta solo di offrire la propria professionalità, si entra in intimità con le persone, a volte ti vengono chiesti consigli anche su altre questioni, in alcune occasioni mi è capitato di andare addirittura a mangiare una pizza magari insieme ad assistiti e parenti. Le persone ti accolgono nelle loro case e spesso può succedere di diventare parte della famiglia”, racconta ancora il fisioterapista di SAP.

Oltre alla dedizione verso i suoi pazienti, Giovanni ha anche una grande passione che ben rispecchia la sua umanità e la sua naturale predisposizione verso il prossimo: la poesia. Un’attitudine che gli ha permesso di ricevere a Poppi, Arezzo, un prestigioso riconoscimento in occasione della 45esima edizione del premio letterario internazionale Casentino, grazie alla poesia intitolata Covid-19, virus della speranza. Versi in rima che ripercorrono i mesi difficili della pandemia, il dolore, la sofferenza ma anche l’impegno di medici, infermieri e operatori sanitari e che guardano al futuro. “Il Covid” è la riflessione finale di Giovanni “ha cambiato la vita di tutti e naturalmente anche il mio lavoro. Spero che da queste rovine e da queste sofferenze possa rinascere un nuovo mondo, per abitare la Terra come un’unica grande famiglia”.