
La Fondazione ha analizzato quanto hanno speso i cittadini. Nel 2019 sfiorati i 3 miliardi di euro per i ticket
La spesa sanitaria dei cittadini per il 2019 ha evidenziato importanti differenze regionali. La quota pro-capite va infatti dai 33,50 euro della Sardegna ai 90,80 della Valle d’Aosta. Per i farmaci si passa dai 15,30 euro del Piemonte ai 36,40 della Campania e per le prestazioni specialistiche dagli 8,50 in Sicilia ai 65,30 sempre in Valle d’Aosta. Sono questi alcuni dei dati che emergono da uno studio condotto dalla Fondazione Gimbe, il think tank che si occupa di ricerca in ambito medico e sanitario.
Facendo riferimento al Rapporto 2020 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti e ai dati del monitoraggio AIFA sulla spesa farmaceutica per l’anno scorso, l’associazione che redatto un’analisi in cui si prendono in esame le differenze regionali sulla compartecipazione alla spesa sanitaria. Questa nel 2019 ha sfiorato i 3 miliardi di euro.
Con l’emergenza provocata dal COVID-19, si evidenzia nel rapporto, si è tornati a parlare della gestione a livello regionale della sanità. Mentre il sistema sanitario va verso il superamento definitivo del superticket, bisognerebbe incentivare l’uso dei farmaci equivalenti, dal momento che non utilizzarli costa ai cittadini oltre 1.120 milioni di euro.
Secondo quanto rilevato dalla fondazione, l’anno scorso le Regioni hanno incassato ticket per 2.935,8 milioni di euro (con una media di 48,6 euro pro-capite). Di questi 1.581,8 milioni (26,2 euro pro-capite) derivanti dai farmaci e 1.354 milioni (€ 22,4 pro-capite) dalle prestazioni specialistiche, incluse quelle di pronto soccorso.
Rispetto al 2018, l’anno scorso i ticket sono diminuiti di 32,2 milioni di euro (-1,1%): di questa somma lo 0,4%, cioè 5 milioni di euro, per le prestazioni specialistiche, e l’1,7%, cioè 27,2 milioni, per i farmaci.
