Scoperto il processo genetico che impedisce al sistema immunitario di attivarsi e bloccare lo sviluppo delle neoplasie

Identificato da un team internazionale di ricercatori coordinati dalla prestigiosa università americana di Yale il meccanismo molecolare che favorisce la proliferazione delle cellule tumorali impedendo al nostro organismo di attivare prontamente la risposta del sistema immunitario. Questa scoperta potrebbe rivelarsi di fondamentale importanza nella lotta contro il cancro e aprire nuove strade per la messa a punto di terapie precoci, efficaci e soprattutto non invasive.

Gli studiosi hanno scoperto che in diversi tipi di tumore sono sempre presenti elevate quantità di una proteina chiamata IL-18BP e che questa agisce come un segnale di interferenza nei confronti del sistema immunitario.

In particolare, IL-18BP lega e rende inattiva una molecola infiammatoria, chiamata Interleuchina 18, nota per le sue capacità di mobilitare le risposte immunitarie e colpire le infezioni: questa azione di disturbo potrebbe dunque spiegare perché finora sono fallite tutte quelle sperimentazioni cliniche in cui l’Interleuchina 18 è stata provata come terapia anticancro. Per risolvere il problema, i ricercatori hanno prodotto in laboratorio oltre 300 milioni di varianti di interleuchina 18, fino a trovarne una capace di non farsi bloccare dalla proteina esca IL-18BP. ma in grado di legarsi ugualmente al recettore immunitario. Grazie a questa forma sintetica della proteina IL-18 si è riusciti a silenziare il segnale di disturbo e a mobilitare le cellule immunitarie contro i tumori.

La sperimentazione è stata condotta sui topi e ha prodotto risultati molto positivi. I dati pubblicati sulla rivista specializzata Nature indicano che l’Interleuchina modificata in laboratorio e somministrata alle cavie con diverse tipologie di cancro, alcune delle quali considerate resistenti alle immunoterapie, riduce drasticamente le masse tumorali ed in alcuni casi contribuisce all’eliminazione completa delle neoplasie. I primi test clinici condotti sull’uomo dovrebbero cominciare dal prossimo anno.

 

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