
Anche in Italia previsto un percorso di alta formazione per accompagnare i pazienti terminali nel fine vita
La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha approvato con voto unanime un emendamento al Decreto Rilancio che, a decorrere dall’Anno Accademico 2021/2022, istituisce la Scuola di Specialità in “Medicina e Cure Palliative” per i laureati in Medicina e Chirurgia (art. 5 bis del Decreto Rilancio che recita al comma 1) e introduce “il corso di cure palliative pediatriche nell’ambito dei corsi obbligatori della Scuola di specializzazione in Pediatria” (comma 3).
Il provvedimento prevede inoltre che “entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, i Ministeri dell’Università e della Salute dovranno disciplinare i profili specialistici, gli obiettivi formativi e i relativi percorsi didattici funzionali al conseguimento delle necessarie conoscenze culturali e abilità professionali della scuola di specializzazione”.
Si tratta di una misura importante che conclude una lunga stagione di impegno e mobilitazione da parte di professionisti dell’assistenza, associazioni di volontariato e familiari che in questi ultimi quaranta anni (risale infatti ai primi anni Ottanta del secolo scorso l’apertura e la sperimentazione dei primi hospice in Italia), si sono spesi per organizzare nei territori servizi e luoghi di cura rivolti ad accompagnare i pazienti terminali a vivere il più attivamente possibile sino al decesso, aiutando le famiglie dell’ammalato a convivere con la malattia e poi con il lutto.
Le cure palliative mettono in campo diverse professionalità: dal medico di famiglia, all’infermiere, dallo psicologo, al fisioterapista, fino all’assistente sociale e a quello spirituale. L’attivazione di un percorso di formazione specialistica destinato ai futuri medici consentirà di migliorare complessivamente le competenze degli operatori e la qualità dell’intervento, allineando l’Italia agli altri paesi dove questo tipo di cure sono più radicate e strutturate.
Si stima che ogni anno siano oltre 250 mila gli italiani che dovrebbero essere seguiti con approccio palliativo. Di questi ben 160 mila sono malati oncologici, mentre gli altri 90 mila sono affetti da malattie croniche degenerative: un numero, quest’ultimo, destinato a crescere nei prossimi anni visto il continuo invecchiamento della popolazione.