Lo rivela uno studio dell’Università Bocconi condotto a dieci anni esatti dall’approvazione della Legge 38

In occasione della Giornata nazionale delle Cure palliative (11 novembre 2020), Vidas, l’associazione che dal 1982 offre assistenza sociosanitaria a persone con malattie inguaribili al Cergas – Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale dell’Università Bocconi, ha presentato i risultati di una ricerca nazionale per fare il punto sulla diffusione in Italia di questo fondamentale sistema di cura.

Dall’indagine emerge che ogni anno in Italia sono oltre 543mila gli adulti che necessitano di quell’insieme di trattamenti rivolti ai malati inguaribili al fine di migliorarne la qualità di vita riducendo il livello di sofferenza e dolore, ma l’offerta complessiva si stima sia di sole 124.063 unità. La stima tiene conto dei pazienti assistiti a domicilio (79.648), in hospice (42.572) e in day hospital (1.843 accessi).

A 10 anni esatti dalla approvazione della Legge 38 che sancisce il diritto per tutti i cittadini di accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore, i risultati della ricerca mostrano un dato ancora troppo basso, soprattutto se paragonato a quello di Germania e Regno Unito che raggiungono rispettivamente il 64% e il 78%. Per calcolare il bisogno di cure palliative gli studiosi considerano una percentuale che oscilla tra il 69% e l’84% del numero dei decessi annui. Per l’Italia si considera quest’ultima in ragione degli scenari demografici (+ 4,9 milioni di over 65 nei prossimi 20 anni) ed epidemiologici (maggiore incidenza delle patologie croniche degenerative).

La prima regione per bisogno di cure palliative nella popolazione adulta in Italia è la Lombardia con un bacino di 83.176 potenziali pazienti. Seguono il Lazio, con 50.221, e la Campania, con 47.082. Sempre la Lombardia con il 33% è però al primo posto anche per tasso di copertura del bisogno, seguita dalle province autonome di Bolzano e Trento rispettivamente con il 29% e il 27%. Al quarto posto c’è l’Emilia Romagna con il 26%, poi il Lazio e la Valle d’Aosta, entrambe con il 25%, la Basilicata, la Sardegna e il Friuli Venezia Giulia con il 24% e il Veneto con il 23%.

Con l’esplodere della pandemia da Covid-19 il bisogno di cure palliative è cresciuto, a fronte della situazione drammatica all’interno degli ospedali che, nella difficoltà di gestire l’emergenza, si sono trovati a dover dimettere il maggior numero possibile di pazienti, compresi quelli inguaribili.