Una novità che ampia significativamente lo spettro di conoscenze sulla malattia

Arriva da un gruppo di ricerca del Dipartimento di Bioscienze dell’Università Statale di Milano, coordinato da Graziella Cappelletti, docente di Anatomia umana, in collaborazione col Centro Parkinson dell’Ospedale Gaetano Pini-CTO e la Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson, un nuovo importante studio sulla malattia di Parkinson, pubblicato dalla rivista Brain.

Oggetto della ricerca, in particolare, è stata la dimostrazione che la patologia insorga alla periferia del sistema nervoso – dimostrazione resa possibile attraverso l’individuazione di un nuovo biomarker (indicatore della patologia), situato nelle terminazioni nervose periferiche della pelle dei pazienti. Lo studio è stato effettuato su piccole biopsie cutanee, campioni che si possono ottenere in modo semplice e poco invasivo dai pazienti, e ha rivelato per la prima volta la presenza di forme precoci di aggregazione proteica, gli oligomeri di alfa-sinucleina, nel sistema nervoso periferico che innerva la pelle.

Le analisi sono state effettuate su tre gruppi di persone: soggetti sani, pazienti affetti dalla malattia di Parkinson e un gruppo molto raro costituito da 19 coppie di gemelli omozigoti discordi per la malattia, ovviamente secondo un approccio sperimentale che ha permesso di distinguere in modo accurato, con elevata sensibilità e specificità, campioni provenienti da soggetti sani da quelli affetti da malattia di Parkinson.

“L’impatto di questo studio”, dichiara la Dott.ssa Cappelletti, “è duplice. Innanzitutto, la scoperta di oligomeri di alfa-sinucleina nel sistema nervoso periferico contribuisce alla comprensione dei meccanismi patogenetici nella malattia di Parkinson supportando la teoria emergente che la patologia abbia inizio in periferia e si propaghi poi al sistema nervoso centrale. In aggiunta, questo studio indica che la presenza degli aggregati di alfa-sinucleina sia un biomarker della patologia e possa essere utilizzato per seguire nel tempo i pazienti, per esempio, nel corso di futuri trial clinici”.